Anche se al momento attuale ci sono pochi dati disponibili sull’IMC (Indice di Massa Corporea) o BMI (Body Mass Index) per i pazienti con infezioni al Covid-19, il ruolo dell’obesità nell’epidemia non deve essere affatto ignorato.
L’obesità è una condizione sfavorevole che svolge un ruolo importante nella patogenesi dell’infezione al nuovo coronavirus.
L’obesità crea infiammazione
Il sistema immunitario, è l’attore chiave nella crescita e progressione della malattia da Covid-19, e svolge un ruolo importante nell’infiammazione del tessuto adiposo causata proprio dall’obesità.
Tale infiammazione provoca una disfunzione metabolica che può portare a diverse patologie quali dislipidemia, insulino-resistenza, diabete mellito di tipo 2, ipertensione e malattie cardiovascolari.
Per analogia con altre infezioni respiratorie, l’obesità può svolgere un ruolo importante nella trasmissione di Covid-19.
Ad esempio, nel caso dell’influenza A/H1N1, si è osservato che nei pazienti obesi sintomatici la durata della diffusione del virus aumentava quasi del 40% in più rispetto agli adulti non obesi.
Le persone obese hanno il sistema immunitario più debole
I pazienti obesi sono più inclini a gravi infezioni a causa di un sistema immunitario impegnato nel riparare l’infiammazione generata dal tessuto adiposo in eccesso. Gli obesi tendono a seguire una dieta con poche fibre e antiossidanti, come frutta e verdura, che giocano un ruolo fondamentale a mantenere sano il sistema immunitario.
È noto che il rischio tromboembolico è maggiore nei pazienti con obesità rispetto alla popolazione generale. Va considerato che gli eventi trombotici sono stati una causa aggravante della morte nei pazienti affetti da Covid-19.
L’ipertensione è la patologia più temuta
I dati emergenti sui pazienti affetti da coronavirus, suggeriscono una maggiore associazione e una maggiore mortalità nei pazienti con comorbilità.
Dall’osservazione di quasi 3000 persone, l’ipertensione era presente in circa il 21%, seguita dal diabete (circa l’11%) e malattie cardiovascolari in circa il 7% dei pazienti.
Attenzione al tuo Indice di Massa Corporea
Poiché l’obesità ha dimostrato di aumentare la vulnerabilità a diverse infezioni, può essere uno dei fattore di rischio per la mortalità correlata al Covid-19.
Un’analisi retrospettiva che analizzava più di 120 pazienti affetti dal nuovo coronavirus ricoverati a Wuhan per quasi 1 mese, ha suddiviso quest’ultimi in 2 gruppi: sopravvissuti (circa l’85%) e non sopravvissuti (circa 15%). Tra i non sopravvissuti, circa l’88% dei pazienti aveva un IMC > 25 (sovrappeso e obesità).
Rispetto ai pazienti normali, l’IMC era significativamente più alto nei pazienti con una forma grave di infezione da COVID-19. Quindi un IMC più elevato è stato osservato nei casi critici e nei non sopravvissuti.
Meccanismo biologico del Covid-19
Il Covid-19 ha un’alta affinità per l’enzima 2 di conversione dell’angiotensina umana (ACE 2). Tale enzima ha dimostrato di essere il recettore per l’ingresso del virus nelle cellule ospiti. L’espressione tissutale di ACE2 differisce nei reni, nel cuore e nei polmoni dei pazienti sani e dei pazienti con infezione da coronavirus.
Il livello di espressione dell’ACE 2 nel tessuto adiposo (incluso sottocutaneo e viscerale) è significativamente superiore a quello nei polmoni, uno dei principali tessuti bersaglio affetti da coronavirus. L’obesità aumenta la vulnerabilità alle infezioni, e gli individui che hanno più tessuto adiposo mostrano un numero maggiore di ACE 2.
La prevenzione inizia sempre dalla tavola
E’ fondamentale seguire una sana e corretta alimentazione che ha come obiettivo finale la prevenzione della salute.
La presenza di frutta e verdura non dovrebbero mai mancare ad ogni pasto per consentire il giusto apporto di antiossidanti come ottimi alleati del sistema immunitario.
Le persone anziane hanno una maggiore probabilità di ammalarsi poiché il sistema immunitario si indebolisce con l’avanzare dell’età, pertanto è più difficile combattere la malattia. Particolare attenzione è sicuramente richiesta nei pazienti con comorbidità associate tra cui ipertensione, diabete, malattie cardiovascolari e obesità.